L’inquirente per definizione è onesto, coerente, preciso, meticoloso, affidabile, freddo, imparziale, senza emozioni e senza pregiudizi: egli non deve sbagliare e se lo fa deve fare un passo indietro e riparare l’errore commesso.
Agisce e opera per la società in nome del Popolo sovrano e da questo è delegato. Lo stesso devono fare i suoi consulenti, i quali portano scienza, verità, dati certi analizzati freddamente solo per la ricerca della verità a favore della Giustizia senza secondi fini.
In molte indagini e in molti processi dove ero l’avversario e il “competitor” degli inquirenti, non sempre ho visto l’applicazione della REGOLA ASSOLUTA.
Ho visto inquirenti e consulenti a volte col pregiudizio di colpevolezza e con l’ innamoramento dell’ intuizione restare impalati sulle loro fissazioni iniziali, così facendone una questione personale.
A volte ho visto che forzavano e cambiavano i fatti, i dati certi, le conclusioni scientifiche per adattarli alle loro errate teorie.
Ho visto anche che non ammettevano le evidenze perché queste erano ostative alle loro posizioni e conclusioni, all’incarico affidato loro: ma il consulente porta scienza o obbedisce all‘incaricante?
Ho visto che si sono fissati sui loro convincimenti, che delle indagini ne hanno fatto una questione di prestigio personale e di vanità nascosta, oltre che di compenso… pagati dallo Stato, quindi da noi. Non esiste CTPM che dopo avere sbagliato abbia restituito (o dato in beneficenza) il MALLOPPO…
Ho visto che prima impostavano presupposti sbagliati per sostenere le loro fallaci teorie e che, quando dimostravo loro gli intimi errori dei loro presupposti, invece di ammettere l’errore, cambiavano o negavano il presupposto sbagliato… arrampicandosi sugli specchi spalmati di sapone e calpestando senza dignità le proprie regole.
Ho visto fare tre pesi e cinque misure, e poi applicare vergognose alchimie di falsa logica, addirittura negare i principii della scienza e delle loro comptene scientifiche.
Ho visto qualcuno fare il sordo, altri i ciechi, altri gli smemorati, altri i somari a convenienza.
Io MAI ho violato la regola assoluta dell’indagine, altri lo hanno fatto! Ringrazio tutti i colleghi che, invece, hanno dimostrato nel campo tale coerenza.
Carmelo Lavorino