Il cantante salentino Fernando Antonio BLASI noto come Nandu Popu dei “SSS – Sud Sound System” il 15 ottobre 2024 sarà processato a Cassino in seguito alla querela sporta contro di lui da Franco, Annamaria e Marco Mottola, perché il 5 agosto 2022, 20 giorni dopo l’assoluzione dei Mottola al processo di primo grado, proferiva in un concerto a Gallinaro la seguente frase: “più forte… Serena, nessuna ingiustizia potrà mai cancellare la tua gioia di vivere, e quei pezzi di merda, anche se l’hanno passata liscia, saranno sempre mezzi di merda”, la prima frase rivolta alla povera Serena è condivisibile, perché sinora la ragazza, i suoi famigliari e la società intera non hanno trovato giustizia causa l’inadeguatezza della metodologia investigativa degli inquirenti, invece la seconda frase è offensiva verso i Mottola per ovvio nesso di colleganza e, detto fra noi, offende il Pool difensivo, i Giudici, il diritto, la scienza e l’intelligenza. A tal proposito – giusto per evitare ridicoli e non dignitosi dietro front da parte di chi ha insultato e diffamato i MOTTOLA- ricordo che la giurisprudenza di legittimità ha più volte chiarito che “Non osta all’integrazione del reato di diffamazione l’assenza di indicazione nominativa del soggetto la cui reputazione è lesa, qualora lo stesso sia individuabile, sia pure da parte di un numero limitato di persone, attraverso gli elementi della fattispecie concreta, quali la natura e la portata dell’offesa, le circostanze narrate, oggettive e soggettive, i riferimenti personali e temporali (Cassazione penale, sez. V, 10/12/2021 , n. 10762): ebbene, dicono i Mottola nella loro querela “… nel caso di specie, non vi è dubbio che le frasi diffamatorie e le condotte sopra indicate fossero indirizzate a noi, così come ampiamente chiarito anche dalla Giurisprudenza”.
Purtroppo i Mottola sono oggetto di una vergognosa e velenosa campagna di colpevolizzazione nei loro confronti da molti anni, ordita da un variegato gruppo di persone che ho battezzato “battezzato” come CAGA “Comitato Affari Giallo Arce”, una vera e propria setta che si dedica alla caccia alle streghe mottoliane, alla quale hanno partecipato soggetti di tutti i tipi: attori, cantanti, giornalisti, sindaci, preti, politici, scrittori, opinionisti ed altri, applicando la tecnica della pecora che cammina seguendo l’odore del deretano della pecora che la precede.
Aggiungono i Mottola “ci siamo dichiarati innocenti sin dall’inizio della vicenda giudiziaria dove siamo stati coinvolti e dove nei nostri confronti si è attivata ed è stata attivata una eccezionale, velenosa e distruttiva propaganda colpevolista, basata su illazioni, pettegolezzi, maldicenze, sospetti gratuiti, voci di popolo alimentate ad arte, diffamazioni e velenose interpretazioni, sempre e comunque in chiave colpevolista di ogni evento che ci riguardava; la suddetta propaganda di colpevolezza è continuata anche dopo la nostra assoluzione a causa di iniziative, dichiarazioni, interviste ed esternazioni – collegate e non, spontanee e/o organizzate e sinergiche – da parte di molte persone, fra cui personaggi dello spettacolo e della comunicazione (basti pensare alle apodittiche dichiarazioni colpevoliste di SS, CC, AS ed altri ‘opinionisti a distanza’, dichiarazioni che si riservano di consegnare all’A.G.; in questa opera di distruttiva e velenosa propaganda il concetto portante – sicuramente squallido, meschino, scriteriato e antigiuridico – è stato ed è “i Mottola solo stati processati quindi i Mottola sono colpevoli, quindi i Mottola l’hanno fatta franca grazie chissà a quali manovre, quindi i Giudici sono corrotti, Serena quindi si è suicidata o è morta di freddo visto che i Mottola sono stati assolti”.
Concludo invitando tutti i “colpevolisti a oltranza” a ragionare con la mente e non con la pancia e a non farsi più imbambolare dal becero colpevolismo di trasmissioni televisive, giornalisti ruffiani e superficiali, soggetti del Caga e parassiti della notizia.
Prof. Carmelo Lavorino Portavoce e Coordinatore del Pool difensivo Famiglia Mottola.